Immagina un futuro in cui siamo tutti trattati mentalmente ed emotivamente, in perfetta sintonia con i nostri bisogni.
Iniziamo la mattinata con l’app di meditazione che ci aiuta a mantenere la concentrazione per tutto il giorno, utilizziamo una maglietta vibrante che ci avvisa quando si sta insinuando un attacco d’ansia e ci invia le istruzioni al cellulare su come prevenirlo.
Nel pomeriggio con l’aiuto di occhiali per realtà virtuale, secondo un programma che è stato costruito personalmente per noi possiamo fare una visita con nostro psicologo o con il medico di base.
Ulteriori applicazioni ci aiuteranno a monitorare e autodiagnosticare il nostro stato mentale e ci informeranno quando la situazione peggiora e dovremmo rivolgerci a un intervento più completo che includa uno psicologo o psichiatra umano che ci incontrerà, almeno inizialmente, in una chat o videochiamata, e decidere se è necessario il concetto vecchio stile (ma l’unico che si è dimostrato efficace) di un incontro faccia a faccia con l’esperto.
Già oggi si trovano sul mercato app che forniscono terapia CBT, app per l’autodiagnosi tramite questionari o addirittura tracciano il comportamento dell’utente in base alla sua voce e ai suoi movimenti.
Ci sono robot per alleviare la solitudine, sistemi di immaginazione guidata per alleviare l’ansia, così come sistemi VR per curare le fobie o controllare la rabbia. Finora sono stati investiti circa 5 miliardi di dollari nel campo delle applicazioni per la salute mentale e il benessere.
Esistono software per smartwatch che raccolgono informazioni sulle abitudini di movimento e indicatori fisiologici degli anziani e possono avvisare se sono caduti o sono inclini a cadere.
Nel prossimo futuro, l’orologio potrebbe addirittura fare una rivoluzione nel trattare con malattie come la sclerosi multipla e il morbo di Parkinson.
Per non parlare dei Robot Sanitari che possono assistere ed accompagnare l’anziano ad un esercizio mentale che allievi la solitudine.