I cittadini europei sono interessati agli sviluppi riguardanti l’attuazione di soluzioni di tecnologia digitale al fine di semplificare le procedure amministrative necessarie nei rapporti con le autorità o nella vita quotidiana della società.

La pandemia di COVID-19 ha accelerato la trasformazione digitale delle società e costretto i cittadini a utilizzare nuove tecnologie per il lavoro, lo studio e altre attività quotidiane. Ha offerto a imprese e cittadini l’opportunità di migliorare le proprie competenze in ambito digitale e di progredire.

Le istituzioni governative nazionali e internazionali sono vulnerabili nei confronti di attori non statali con accesso diretto alla conoscenza, ai brevetti, alle tecnologie e ai fondi di investimento, poiché spesso il personale di dette istituzioni non comprende appieno l’impatto sociale delle nuove tecnologie sui diritti dei cittadini e dei consumatori. Il Comitato è persuaso che tutti i futuri sviluppi politici dovranno tenere in considerazione gli aspetti relativi alla sovranità tecnologica dell’UE.

Nell’attuazione dell’identità digitale in Europa, la gestione dei dati assume un’importanza fondamentale al fine di garantire la protezione dei cittadini e la salvaguardia della loro vita privata. È necessario garantire la piena conformità con il regolamento generale sulla protezione dei dati (RGPD).

La gestione dei megadati deve sempre avvenire nel rispetto dei diritti umani come sancito dall’articolo 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, soprattutto quando nel processo decisionale vengono utilizzati algoritmi. I fornitori di servizi cloud con sede nell’UE detengono soltanto una quota limitata del mercato internazionale, per lo più dominato da aziende statunitensi. Ciò pone l’UE in una posizione di svantaggio e limita le possibilità di investimento nel mercato del trattamento dei dati. Rappresenta altresì un ostacolo alla competitività delle grandi imprese e alle loro possibilità di crescita e di espansione sui mercati e impedisce alle PMI di progredire. Il Comitato accoglie con favore la comunicazione della Commissione europea dal titolo A competition policy fit for new challenges e l’importanza attribuita alla trasformazione digitale nella ridefinizione del futuro quadro europeo della concorrenza.

Il coinvolgimento dei lavoratori nella transizione digitale è essenziale affinché essi possano comprendere i rischi futuri e colgano nel contempo le opportunità. I cambiamenti degli ambienti di lavoro richiedono il trasferimento delle conoscenze e l’acquisizione di nuove competenze, ma anche migliori condizioni di lavoro per quanti operano attraverso le piattaforme digitali.

Per quanto riguarda l’intelligenza artificiale, un recente studio pubblicato dalla Banca europea per gli investimenti indica che l’Europa è ancora in ritardo rispetto ad altre potenze economiche mondiali. Lo studio evidenzia che gli Stati Uniti e la Cina investono, congiuntamente, oltre l’80 % dei 25 miliardi di EUR di investimenti azionari annui nelle tecnologie di IA e blockchain. Gli investimenti dell’UE costituiscono soltanto il 7 % e il divario totale in termini di investimenti è compreso tra i 5 e 10 miliardi di EUR all’anno.tunità per un’economia verde e digitale).

La Commissione ha proposto di colmare tale divario e di fornire 1 miliardo di EUR di investimenti all’anno nell’IA, a cui si aggiungeranno gli investimenti privati e le risorse proprie degli Stati membri. L’obiettivo è raggiungere i 20 miliardi di EUR di investimenti all’anno nei prossimi dieci anni

Di Remo12

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