Un sistema sanitario più efficiente, resiliente e inclusivo
La pandemia ha evidenziato il grande valore del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ma ne ha anche messo in luce alcuni limiti e vulnerabilità.
In particolare, sono emerse significative disparità territoriali nell’erogazione dei servizi, soprattutto in termini di prevenzione e assistenza sul territorio, tempi di attesa e grado di integrazione tra servizi ospedalieri, servizi territoriali e servizi sociali.
Per fronteggiare la situazione di emergenza si è reso necessario un elevato dispendio di risorse finanziarie e strumentali, ma è stata anche stimolata la crescita della sanità digitale, mostrandone le enormi potenzialità.
Le restrizioni alla circolazione delle persone hanno accresciuto la consapevolezza dell’importanza di una trasformazione digitale del processo di prevenzione, accesso, cura e assistenza e quindi di un adeguato sfruttamento delle tecnologie più avanzate, dello sviluppo di elevate competenze digitali, professionali e manageriali, della creazione di nuovi processi per l’erogazione delle prestazioni e delle cure e di un più efficace collegamento fra la ricerca, l’analisi dei dati, le cure e la loro programmazione a livello di sistema.
In Italia la spesa sanitaria è stata per lungo tempo inferiore alla media UE, ma le misure emergenziali hanno contribuito a un consistente incremento del livello del finanziamento del SSN.
Le CSR del 2020 richiamano la necessità di rafforzare la resilienza e la capacità del sistema sanitario (in termini di risorse umane e infrastrutture) e di migliorare il coordinamento tra autorità nazionali e regionali.
Al fine di ridurre i divari regionali in ambito sanitario è in corso di approvazione il Programma nazionale ‘Equità nella Salute’ che mira a favorire l’accesso ai servizi sanitari e sociosanitari delle fasce della popolazione in condizioni di difficoltà nelle sette Regioni del Mezzogiorno – Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia – che hanno maggiori difficoltà ad erogare le prestazioni di assistenza, soprattutto alle fasce più vulnerabili.
Il Programma indica quattro priorità di intervento:
- contrasto della povertà sanitaria, per migliorare l’accesso ai servizi sanitari e sociosanitari da parte delle persone vulnerabili, anche con l’erogazione gratuita di farmaci non rimborsati e dispositivi medici extra – livelli essenziali di assistenza (LEA);
- salute mentale;
- salute di genere, per l’identificazione di percorsi integrati di assistenza attenti alle differenze di genere;
- maggiore copertura degli screening oncologici.
Migliorare le capacità infrastrutturali del sistema sanitario è essenziale per rafforzare l’equità del sistema stesso e per accrescere l’accesso alle prestazioni sanitarie.
Questo tema è particolarmente urgente se si tiene conto che nel 2020, in Italia, quasi 1 cittadino su 10 ha dichiarato di aver rinunciato – per motivi legati a difficoltà di accesso – a visite o accertamenti, pur avendone bisogno.
Nel 2019 la quota era pari al 6,3 per cento, il che indica che il dato del 2020 è legato alle restrizioni imposte per contenere i contagi durante la pandemia e all’effetto di spiazzamento di altre terapie causato dalla creazione di reparti anti-Covid .
Alcune misure varate con il DL ‘Rilancio’ hanno comunque limitato gli impatti negativi dell’epidemia sull’accesso al SSN, consentendo il rinnovo dei piani terapeutici in scadenza, semplificando la distribuzione dei farmaci e le procedure di rinnovo delle prescrizioni mediche dei farmaci essenziali.
Con lo stesso decreto, che ha finanziato l’incremento di posti-letto di terapia intensiva e subintensiva è stato avviato il rafforzamento strutturale degli ospedali nel SSN, mentre il DL ‘Sostegni bis’ prima e la Legge di Bilancio per il 2022 poi, sono intervenuti in materia di liste di attesa per l’accesso alle prestazioni sanitarie.
La Legge di Bilancio per il 2022 agisce anche nel settore dell’assistenza territoriale, incrementando in via permanente il livello del finanziamento per coprire i maggiori costi relativi al fabbisogno aggiuntivo di personale e per potenziare l’assistenza sul territorio attraverso l’implementazione di ulteriori standard organizzativi, quantitativi, qualitativi e tecnologici rispetto a quelli previsti dal PNRR.
Inoltre, alle persone in condizioni di non autosufficienza viene garantito l’accesso ai servizi sociali e sociosanitari per una valutazione multidimensionale dei bisogni attraverso punti unici di accesso (PUA) la cui sede operativa è situata presso le Case della comunità.
La Legge di Bilancio per il 2022 ha, infine, previsto finanziamenti per interventi in materia di edilizia sanitaria e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico.
Sulla scorta dell’esperienza acquisita nel periodo più difficile della crisi, il PNRR ha dedicato una intera Missione al settore sanitario (con circa 20,23 miliardi a disposizione nel periodo 2021-2026, comprese le risorse del REACT UE e quelle del Fondo Complementare) concentrandosi in particolare su due aspetti prioritari: reti di prossimità, strutture intermedie e telemedicina per l’assistenza sanitaria territoriale; innovazione, ricerca e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale.
Gli investimenti previsti entro il 2026 potenzieranno i servizi assistenziali territoriali consentendo un’effettiva esigibilità dei LEA da parte di tutti gli assistiti.
Tra gli obiettivi previsti spicca quello di superare la frammentazione e il divario tra i diversi sistemi sanitari regionali e riuscire così a raggiungere il 10 per cento degli assisiti ultrasessantacinquenni tramite assistenza domiciliare integrata in ogni Regione.
In tale ottica muoverà la riforma dell’assistenza territoriale, che definirà requisiti e standard organizzativi, qualitativi e di personale unitari per l’assistenza territoriale, per il monitoraggio degli investimenti regionali per le strutture e le attività del distretto sociosanitario (Case della Comunità, Assistenza Domiciliare Integrata, Ospedali di Comunità).
Per garantire un miglior livello di assistenza sanitaria a tutti i cittadini, nella Missione 6 del PNRR sono previsti inoltre importanti progetti che permetteranno l’innovazione tecnologica e digitale del SSN, attraverso la sostituzione delle tecnologie sanitarie obsolete negli ospedali, con l’ammodernamento del parco tecnologico e digitale, la sicurezza strutturale degli edifici e il potenziamento dei sistemi informativi e degli strumenti digitali sanitari.
Il miglioramento dei servizi digitali riguarderà in modo particolare l’armonizzazione e la diffusione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE), per garantire piena accessibilità in tutte le Regioni, sia da parte degli assistiti che degli operatori sanitari, alle sue funzioni chiave.
Si potenzieranno poi le piattaforme nazionali (quali quelle della telemedicina) in modo da assicurare strumenti di programmazione, gestione e controllo uniformi in ogni territorio.
Ciò potrà avvenire attraverso il finanziamento di progetti che consentano interazioni medico-paziente a distanza (diagnostica e monitoraggio); la creazione di una piattaforma nazionale per lo screening di progetti di telemedicina; il finanziamento di iniziative di ricerca sulle tecnologie digitali in materia di sanità e assistenza.
La sempre crescente disponibilità di dati sanitari abbinata alle sofisticate tecniche di machine learning e intelligenza artificiale abiliterà il modello previsionale non solo a implementare gli scenari di simulazione predefiniti, ma anche ad ‘agire proattivamente’ nell’individuazione di fenomeni sanitari e serie storiche di dati, intercettando dinamiche anomale e/o fenomeni da attenzionare e approfondire.
Rientra nel PNRR anche il Piano ‘Sanità connessa’ che prevede la realizzazione entro il 2026 di infrastrutture digitali all’avanguardia anche nelle strutture sanitarie.
La resilienza del SSN è legata, in termini di offerta, al personale medico e infermieristico, che negli ultimi dieci anni si è fortemente ridimensionato (nella componente a tempo indeterminato) richiedendo – nel periodo emergenziale – l’utilizzo di procedure straordinarie di reclutamento. Un’innovazione rilevante, in tal senso, è l’introduzione della laurea abilitante con cui si facilita l’accesso alla professione medica incrementando, al contempo, l’offerta di personale.
In tale contesto, nell’ambito del PNRR, sono stati stanziati oltre 700 milioni per la formazione di professionisti sanitari.
A dicembre 2021 è stato conseguito un primo importante traguardo del PNRR con l’adozione del Piano di riorganizzazione delle strutture sanitarie per l’emergenza pandemica, con cui viene reso operativo il processo di adeguamento dei sistemi sanitari regionali avviato dalle Regioni nel 2020.
I numerosi progressi che sono stati realizzati in questo ambito hanno modificato, in alcuni casi in maniera radicale, il servizio sanitario in Italia.
Molti passi restano da compiere, ma una corretta attuazione degli investimenti e delle riforme previste nel PNRR potranno dotare il Paese di un sistema assistenziale capillare e moderno.
In futuro queste misure dovranno essere accompagnate da una attenzione costante al capitale umano, in coerenza con i fabbisogni, favorendo l’incremento del personale sanitario, anche a livello territoriale, potenziando la formazione e valorizzando gli specializzandi all’interno delle reti assistenziali.
La rapida attuazione degli investimenti in edilizia e tecnologie sanitarie dovrà essere costantemente monitorata e accompagnata da investimenti immateriali come la promozione della ricerca sanitaria. Per dare risposta alla domanda di assistenza dei cittadini e accrescere la resilienza del sistema sarà necessario puntare sempre più su una sanità di ‘prossimità’ anche sfruttando la diffusione delle nuove tecnologie. Inoltre, al fine di salvaguardare la rete di prossimità rappresentata dalle farmacie italiane, a partire dalle zone interne, montane e a più bassa redditività, sarà valutato un nuovo metodo di calcolo della remunerazione delle farmacie per la dispensazione del farmaco nell’ambito del Servizio sanitario nazionale.
Tale metodo di remunerazione – da implementare in coerenza con i vincoli di finanza pubblica e tenendo conto degli esiti della sperimentazione di cui all’articolo 20 del decreto-legge 22 n. 41, marzo 2021 – potrà accompagnare lo sviluppo di una moderna idea di farmacia che, insieme alla dispensazione di farmaci, si trasformi, sempre di più, in “farmacia dei servizi”, ovvero un luogo di riferimento dove erogare assistenza e servizi.
È infine da segnalare che la tutela della salute ha rappresentato un argomento centrale nei lavori della Presidenza italiana del G20.
Il riconoscimento dello sforzo globale posto in essere per il contrasto della pandemia ha portato all’ulteriore riconoscimento della ‘One Health’ (o Salute Globale) quale obiettivo da perseguire, con finalità di prevenzione, tutela e contrasto, in risposta alle emergenze sanitarie odierne e future nell’ambito globale e locale.
L’Italia proseguirà il proprio impegno nel favorire l’accesso equo ed universale alle vaccinazioni più urgenti e necessarie, tra cui quelle contro il COVID-19, anche da parte dei Paesi più fragili, attraverso la costante e attiva partecipazione ai lavori delle organizzazioni e delle iniziative nel campo della Salute Globale.