In un allegato del Documento di economia e finanza (Def), viene anche specificato che “ad oggi non esistono coperture finanziarie disponibili a legislazione vigente” per il Ponte dello Stretto di Messina.
Il ponte sullo stretto di Messina si stima avere un costo di 13,5 miliardi di euro, mentre per i progetti complementari di ottimizzazione delle ferrovie e concessioni di Sicilia e Calabria che saranno oggetto del contratto di programma con Rfi (Reti ferroviarie italiane) vanno aggiunti altri 1,1 miliardi di euro.
Partendo da questo dato che è assolutamente vero, ma che tuttavia non significa che i soldi non si possono trovare vediamo come è possibile farlo dando beneficio a tutto il Paese e salvando il PNNR ITALIA.
Se analizziamo la Missione 3 del PNNR abbiamo disponibili per : “Infrastrutture per una Mobilità Sostenibile”: dall’importo complessivo di 31,5 miliardi (25,4 miliardi dal Dispositivo RRF e 6,1 dal Fondo). Il suo obiettivo primario è lo sviluppo di un’infrastruttura di trasporto moderna, sostenibile ed estesa a tutte le aree del Paese.
Se analizziamo il Rapporto sullo stato di attuazione del PNNR recentemente pubblicato e reperibile per intero nel mio sito, vediamo che:
Il costo delle infrastrutture prioritarie della programmazione PNRR-PNC aggiornato al 31 dicembre 2022 ammonta a 132,504 miliardi di euro, in aumento di circa 7,2 miliardi (+5,7%) rispetto alla precedente rilevazione aggiornata al 31 maggio 2022 che individuava una spesa di 125,318 miliardi.
Rispetto al costo complessivo delle infrastrutture prioritarie della programmazione PNRR-PNC:
1 60,584 miliardi il 46% sono riferiti al costo delle 48 infrastrutture prioritarie commissariate ai sensi dell’art. 4 del DL 32/2019 (47 opere) e dell’art. 206 del DL 34/2020 (1 opera, rappresentata dagli interventi urgenti per il ripristino, la messa in sicurezza e l’ammodernamento delle tratte autostradali A24 e A25);
2 i restanti 71,920 miliardi – il 54% – sono riconducibili a infrastrutture prioritarie non commissariate.
I costi per le infrastrutture commissariate inserite nella programmazione PNRR e PNC ammontano a 60,6 miliardi di euro, mentre le disponibilità finanziarie ammontano complessivamente a circa 55,1 miliardi, pari al 91% del costo, con un fabbisogno residuo di circa 5,5 miliardi (9%).
Per le altre infrastrutture prioritarie PNRR-PNC (che non sono oggetto di commissariamento), a fronte di un costo pari a 71,9 miliardi, le disponibilità finanziarie ammontano complessivamente a circa 47,3 miliardi (66% del costo), con un fabbisogno residuo di circa 24,7 miliardi (34%).
L’analisi della dinamica del mercato delle opere pubbliche evidenzia la seguente situazione:
1 2022: 83 miliardi in gara, il 50% (41,8 miliardi), è ascrivibile alla programmazione PNRR-PNC. L’importo delle infrastrutture prioritarie PNRR-PNC in gara ammonta a circa 18 miliardi (il 21% del mercato totale delle opere pubbliche); 2 2021-2022: oltre 100 miliardi aggiudicati, si aggiudicano le gare del triennio
2019-2020 e si riducono i tempi di aggiudicazione: da circa 1 anno e 6 mesi a meno di 4 mesi per le opere PNRR. L’importo delle infrastrutture prioritarie PNRR-PNC aggiudicate ammonta a circa 13,4 miliardi (il 13% del totale opere pubbliche del biennio).
Allo stato attuale abbiamo ormai in pieno finanziamento e non piu’ modificabili queste quote:
Opere pubbliche in gara nel 2022 83,3 miliardi di euro 17,7 miliardi per infrastrutture prioritarie PNRR-PNC.
Opere pubbliche aggiudicate nel 2022 56,5miliardi di euro 9,1 miliardi per infrastrutture prioritarie PNRR-PNC.
Al Sud e nelle Isole il 61%degli importi in gara 10,8 miliardi sui 17,7 miliardi in gara.
DA QUESTA SEMPLICE ANALISI SI CAPISCE, CHE CI SAREBBERO PER IL PONTE subito 7 /8 miliardi non ancara utilizzati e che potrebbero essere utilizzati per lo scopo.
Il residuo di altri 7 miliardi considerando un aumento del 26% dal costo previsto sempre con il PNNR, non necessiterebbe neppure di partnership private.
Per prima cosa bisogna chiedere ai sensi del :
REGOLAMENTO (UE) 2021/241 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza al point 49 e agli articoli di riferimento la possibilità che Italia in questo caso ma potrebbe essere un qualsiasi stato membro una richiesta motivata di
modificare il piano di ripresa e resilienza entro il periodo di attuazione, qualora circostanze
oggettive giustifichino tale linea di condotta.
Questo motivo potrebbe essere l’inserimento di un opera strategica come il Ponte di Messina.
Con questa operazione si riuscirebbe ad ottenere almeno 4 risultati concreti con benefini per l’Intero Paese.
- La modifica motivata al Piano potrebbe essere una soluzione per recuperare il tempo perso dai soggetti attuatori e prevenire una figuraccia dell’Italia sulla capacità di completare e spendere i fondi. Ciò potrebbe salvare l’Italia e il Governo.
- Il Ponte dello Stretto potrebbe essere completato entro il 2026, che è il termine ultimo del PNNR Italia, grazie a rigidi controlli. Questa potrebbe essere una delle poche possibilità per rispettare i tempi e le procedure, con un controllo periodico dell’Europa.
- Il Meridione, in particolare la Sicilia e la Calabria, hanno ottenuto ben poco in termini di infrastrutture.Tuttavia, se il PNNR investisse di più in queste regioni, potrebbero diventare un centro di attrazione per gli investimenti.
- Questo potrebbe portare a un’incapacità di completare le opere finanziate dal PNNR e a una loro eterna incompiutezza.
Da queste considerazioni si dovrebbe capire l’importanza dell’Infrastruttura.
Si può notare l’importanza dell’opera dal fatto che sono state finanziate molte opere per la sola Sicilia.
Tuttavia, nonostante ciò, il famoso 40% del PNNR destinato al sud sembra essere una chimera.
Esempio per la Sicilia sono state previste solo queste opere Infrastrutturali:
Sicilia Alta velocità Palermo-Catania-Messina (lotti 3, 4a, 4b, 5 e interramento linea nel nodo di Catania per il prolungamento della pista dell’aeroporto di Fontanarossa
Collegamento viario compreso tra lo svincolo della SS 514 “di Chiaramonte” con la SS 115 e lo svincolo della SS 194 “Ragusana Sicilia Risanamento e potenziamento delle autostrade A19-A2
Il Ponte va fatto e se si vogliono i soldi ci sono ancora per poco, al massimo entro il 2024 dopo saranno finiti e sono quelli del PNNR.
La Politica Siciliana e Calabrese dovrebbe comprendere l’importanza del Ponte dello Stretto non solo per il passaggio dei mezzi di trasporto, ma anche per lo sviluppo dell’intera area. Senza il Ponte, l’area rimarrebbe dopo il 2026 con un gap ancora più profondo rispetto al Nord.