Ponte sullo stretto di Messina e PNRR
12.4.2021
Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-001946/2021
alla Commissione
Articolo 138 del regolamento
Da molti anni in Italia si invoca la realizzazione di un ponte o di un tunnel sullo stretto tra Calabria e Sicilia, opera fondamentale per lo sviluppo del Sud Italia.
Tale infrastruttura diventa inoltre indispensabile per consentire il completamento di uno dei corridoi strategici (quello scandinavo-mediterraneo) della rete trans-europea di trasporto TEN-T, che la Commissione europea vuole realizzare entro il 2030.
Le risorse legate al piano di Next Generation EU (NGEU) potrebbero svolgere un ruolo fondamentale per la realizzazione del progetto, considerando che la Commissione – in risposta a un’interrogazione presentata dal sottoscritto – ha spiegato che per completare tutto il tratto italiano del TEN-T servono circa 150 miliardi di euro e con lo strumento NGEU all’Italia verranno erogati oltre 200 miliardi di euro.
Tuttavia, il governo italiano ha dichiarato a più riprese di non ritenere l’opera prioritaria, al punto da non inserirla all’interno del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Si chiede dunque alla Commissione:
se ritiene la realizzazione del ponte/tunnel sullo Stretto di Messina necessaria al fine di completare uno dei corridoi strategici delle reti Ten-T;
se intende sollecitare il governo italiano a inserire la realizzazione di tale opera all’interno del PNRR.
Risposta di Adina Vălean a nome della Commissione europea
22.6.2021
Il collegamento tra la Sicilia e l’Italia continentale fa parte della rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Rientra già nel corridoio «Scandinavia-Mediterraneo» e, in quanto tale, fa parte della rete considerata di importanza unionale. Il collegamento non figura nell’elenco dei collegamenti transfrontalieri e collegamenti da realizzare per il completamento della rete TEN-T[1].
Nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza, le autorità nazionali sono state incaricate di elaborare piani nazionali per la ripresa e la resilienza, comprese misure sviluppate per una mobilità più sostenibile e intelligente, in collegamento con le relazioni e le raccomandazioni del ciclo del semestre europeo. La Commissione europea verificherà la coerenza degli investimenti, la loro maturità, il loro impatto socioeconomico in termini di creazione di posti di lavoro, crescita e resilienza dell’economia, il loro contributo alle transizioni climatica e digitale e la loro coerenza con i piani nazionali per il clima e l’energia e con altri programmi finanziati dall’UE. In particolare, il regolamento dell’UE che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza[2] prevede l’ammissibilità dei progetti realizzati tra febbraio 2020 e agosto 2026. È pertanto essenziale che gli Stati membri includano nei loro piani nazionali per la ripresa e la resilienza investimenti e riforme che possano essere completati entro tale orizzonte temporale.