Ancora in riassorbimento il problema delle liste d’attesa. Nonostante i piani predisposti dalle regioni, a inizio del 2023 il monitoraggio presentava ancora rilevanti criticità e ritardi di attuazione su cui è necessario intervenire al più presto per evitare un’ulteriore crescita delle prestazioni a carico dei cittadini o l’aumento della rinuncia alle cure.
Difficoltà si registrano non solo di recuperare i ritardi accumulati, ma anche di ritornare nell’ordinario su livelli pre-pandemia.
Come ha messo in rilievo l’esame condotto da Agenas su un campione di prestazioni di specialistica ambulatoriale, 10 prestazioni di cui 5 relative a esami radiologici (ecografia all’addome e ginecologica, elettrocardiogramma, TC del capo e RM muscoloscheletrica) e 5 relative a visite (prime visite generiche, ginecologiche, neurologiche, oculistiche e di controllo), il confronto tra le prestazioni rese nel 2019 e quelle relative all’esercizio 2022 restituisce un quadro molto netto: solo in due casi (TC al capo e RM muscoloscheletrica) guardando ai dati nazionali si registra una crescita, anche se non distribuita omogeneamente tra le regioni (rispettivamente del 3,5 e del 5,7 per cento).
In tutte le altre tipologie lo scostamento è ancora rilevante.
Superiori alla media le flessioni per elettrocardiogramma (- 23,4 per cento) e visite oculistiche (-25,8 per cento). Dati che nascondono differenze territoriali con flessioni superiori al 30 per cento in alcune prestazioni: per gli elettrocardiogrammi, ad esempio, la flessione supera in media il 30 per cento nelle regioni centrali, mentre nell’oculistica sul dato nazionale incide la riduzione del 31 per cento delle regioni del Mezzogiorno con accentuazioni particolari in Calabria (-48,4 per cento) e in Sardegna (-38,5 per cento).
Si riducono tra il 14,4 e il 16,9 per cento le altre visite ambulatoriali, ma con quote sempre superiori alla media nelle regioni del Mezzogiorno.
Se ne trae una immagine molto netta di come la crisi sanitaria abbia contribuito ad aumentare le differenze di performance tra aree: fatto cento il dato nazionale in tutte le specializzazioni si apre la forbice tra le diverse aree e soprattutto nel Mezzogiorno, dove le prestazioni per mille abitanti registrano valori in molti casi inferiori all’importo medio