Aerticolo pubblicato su fonte accademica Lancet e raggiungibile al seguente indirizzo: Link

La disuguaglianza di genere è un problema diffuso e duraturo che è stato riconosciuto e discusso per secoli. Nonostante i recenti sforzi per promuovere l’uguaglianza di genere, le donne subiscono ancora discriminazioni da parte degli individui e della società, affrontando problemi come la violenza di genere, la discriminazione sul posto di lavoro e la sottorappresentazione nei ruoli di leadership.

Solide evidenze evidenziano inequivocabilmente che queste disuguaglianze sono particolarmente pronunciate nei settori accademico e della ricerca, dove i progressi nell’affrontare le disparità di genere rimangono deludentemente lenti.

1 Sebbene le donne abbiano raggiunto la parità nel livello di istruzione, rappresentando globalmente il 45-55% dei diplomi di laurea e master, la discrepanza di genere nell’avanzamento di carriera accademica si sta ampliando. Secondo l’Istituto di statistica dell’UNESCO, i dati rivelano che le donne costituiscono circa il 33% dei ricercatori in tutto il mondo, ma questo numero rientra tra i ruoli professionali più elevati secondo il fenomeno della “leaky pipeline”.

2 In Europa, sebbene le donne rappresentino quasi la metà delle posizioni di grado C, le posizioni di grado A che includono professori ordinari e direttori di ricerca

3 comprendeva solo il 26,2% di donne nel 2018 (Fig. 1), un miglioramento minimo rispetto al 24,1% del 2015.

Questo divario è particolarmente pronunciato nel settore scientifico: mentre per le discipline umanistiche le donne nella categoria A hanno superato il 30% nel 2018, tra i campi di Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica (STEM) le cifre scendono al 22% per le scienze naturali e al 17,9% per l’ingegneria e la tecnologia.

Di Remo12

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