La situazione sanitaria in Italia sta diventando sempre più critica. In Lombardia, Guido Bertolaso insiste nel reclutamento di infermieri sudamericani, mentre in Calabria Roberto Occhiuto si affida a quelli cubani, e in Sicilia Renato Schifani cerca aiuto dagli argentini. Tuttavia, questi professionisti sono pochi e spesso non rimangono a lungo in Italia.
Queste soluzioni temporanee non affrontano il problema di fondo: la carenza di 40.000 professionisti non medici. Invece di riformare il sistema di formazione e migliorare gli stipendi, si sta solo mettendo una pezza a una ferita che continua a sanguinare. Per garantire una sanità sostenibile e di qualità, è necessario investire in una riforma strutturale che valorizzi il personale sanitario italiano.
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