La digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) avrebbe dovuto rappresentare un elemento di semplificazione e innovazione, ma la realtà racconta una storia diversa. L’adozione di molteplici sistemi informatici, non comunicanti tra loro e spesso complessi, sta creando un vero e proprio labirinto burocratico e operativo che compromette l’efficienza e la sicurezza delle cure.
Il problema delle piattaforme diversificate
Ogni ospedale, struttura sanitaria e ambulatorio sembra utilizzare software differenti per gestire ricoveri, richieste di esami, prestazioni ambulatoriali e archiviazione delle immagini diagnostiche. Questo porta a un paradosso: il paziente è uno, ma i suoi dati sanitari vengono frazionati e distribuiti su piattaforme che non dialogano tra loro. Ogni accesso richiede nuovi login, nuovi inserimenti e duplicazioni di informazioni, rallentando il lavoro dei sanitari e aumentando il rischio di errori.
Appalti e interessi economici
La proliferazione di sistemi diversi è anche la conseguenza di un sistema di gare d’appalto frammentato, dove ogni software rappresenta un’opportunità di introito per aziende differenti. Questa dinamica ha generato una competizione sfrenata, ma non sempre orientata all’interesse collettivo. La proposta di un sistema unico, centralizzato e interfacciabile potrebbe semplificare i processi, ma rischierebbe di creare monopoli e suscitare contenziosi legali da parte delle aziende escluse.
Conseguenze pratiche sui professionisti sanitari
Per i medici e gli operatori sanitari, la frammentazione digitale si traduce in un enorme dispendio di energie e tempo. La gestione di un turno di guardia, ad esempio, diventa sempre più complessa quando è necessario accedere a diverse piattaforme per visualizzare le immagini diagnostiche o consultare i dati clinici di un paziente. In particolare, i neurologi segnalano la scarsa qualità delle immagini fornite da alcuni sistemi, che non garantiscono una definizione sufficiente per un’analisi accurata del neuroimaging. Inoltre, spesso hanno bisogno di consultare immagini non ancora refertate, un’operazione che in molti casi risulta complicata o addirittura impossibile.
Un quadro nazionale preoccupante
La situazione non è circoscritta a una singola regione: in Sardegna, ad esempio, esistono sistemi diversi per ogni fase del percorso clinico del paziente, dalla degenza alla sala operatoria. Questa frammentazione comporta l’accesso ripetuto alle anagrafiche e l’utilizzo di diverse piattaforme per lo stesso paziente, rallentando l’iter diagnostico-terapeutico e mettendo a dura prova la pazienza e la capacità operativa dei professionisti.
Verso un sistema sanitario più coeso
Per migliorare la situazione, è necessario un piano nazionale che punti all’interoperabilità dei sistemi informatici sanitari. Non si tratta necessariamente di creare un unico software centralizzato, ma di adottare standard condivisi che permettano ai diversi sistemi di comunicare tra loro. Solo così sarà possibile garantire una gestione efficiente dei dati clinici e una presa in carico più sicura ed efficace dei pazienti.
L’innovazione tecnologica deve essere un alleato, non un ostacolo. Ridurre la frammentazione informatica significa ridurre gli errori, restituire tempo prezioso ai medici e offrire ai pazienti cure migliori. Il futuro della sanità nazionale non può prescindere da una gestione digitale più intelligente e integrata.