è stata avviata con l’obiettivo di ottimizzare le risorse sanitarie, eliminando duplicazioni e migliorando l’efficienza dei servizi. Tuttavia, diversi fattori hanno ostacolato la piena attuazione di questa riforma.​

Fondi insufficienti e gestione inefficiente

LoLa Corte dei Conti ha evidenziato come le risorse destinate all’emergenza COVID-19 non siano state utilizzate in modo efficace. A fronte di 720 posti letto di terapia intensiva programmati, ne sono stati realizzati solo 151 (21%), con 109 effettivamente operativi. Situazione simile per i 350 posti letto di terapia semi-intensiva previsti, di cui solo 116 (33%) completati e 78 in funzione. Inoltre, su 24 interventi programmati per l’adeguamento dei pronto soccorso, solo 8 sono stati realizzati, con 6 operativi. Questi ritardi hanno comportato un fabbisogno finanziario aggiuntivo di 70 milioni di euro. ​ La Corte dei Conti ha evidenziato come le risorse destinate all’emergenza COVID-19 non siano state utilizzate in modo efficace. A fronte di 720 posti letto di terapia intensiva programmati, ne sono stati realizzati solo 151 (21%), con 109 effettivamente operativi. Situazione simile per i 350 posti letto di terapia semi-intensiva previsti, di cui solo 116 (33%) completati e 78 in funzione. Inoltre, su 24 interventi programmati per l’adeguamento dei pronto soccorso, solo 8 sono stati realizzati, con 6 operativi. Questi ritardi hanno comportato un fabbisogno finanziario aggiuntivo di 70 milioni di euro. ​

Nonostante le difficoltà, l’Assessorato Regionale alla Salute sta lavorando a un piano per ridisegnare la rete ospedaliera, puntando sulla razionalizzazione dei reparti e sulla collaborazione con il settore privato. L’obiettivo è eliminare sprechi e migliorare l’efficienza dell’offerta sanitaria, considerando anche la carenza di personale medico. ​

In conclusione, la riforma della rete ospedaliera in Sicilia ha incontrato numerosi ostacoli, tra cui la gestione inefficiente dei fondi, le resistenze locali e le preoccupazioni territoriali. È essenziale che le autorità competenti affrontino queste sfide con decisione, garantendo una sanità più equa ed efficiente per tutti i cittadini siciliani.​

Nonostante le difficoltà, l’Assessorato Regionale alla Salute sta lavorando a un piano per ridisegnare la rete ospedaliera, puntando sulla razionalizzazione dei reparti e sulla collaborazione con il settore privato. L’obiettivo è eliminare sprechi e migliorare l’efficienza dell’offerta sanitaria, considerando anche la carenza di personale medico. ​

In conclusione, la riforma della rete ospedaliera in Sicilia ha incontrato numerosi ostacoli, tra cui la gestione inefficiente dei fondi, le resistenze locali e le preoccupazioni territoriali. È essenziale che le autorità competenti affrontino queste sfide con decisione, garantendo una sanità più equa ed efficiente per tutti i cittadini siciliani.​

Criticità della Riforma Ospedaliera in Sicilia
Fondi insufficienti e gestione inefficace

Dati allarmanti:

Solo il 21% dei 720 posti letto in terapia intensiva programmati è stato realizzato (151 completati, 109 operativi).

Solo il 33% dei 350 posti letto in semi-intensiva previsti è attivo (116 completati, 78 operativi).

Solo 8/24 interventi per i pronto soccorso conclusi, con 6 effettivamente funzionanti.

Conseguenze:

Fabbisogno finanziario aggiuntivo di 70 milioni di euro per colmare i ritardi.

Risorse COVID-19 male allocate, con sprechi e mancata priorità alle strutture critiche.

Resistenze locali e frammentazione territoriale

Proteste: Sindaci di Petralia Soprana, Corleone e altre aree organizzano assemblee contro il ridimensionamento dei servizi.

Preoccupazioni principali:

Rischio chiusura di reparti essenziali (es. punti nascita), con trasferimenti complessi per pazienti.

Perdita di accessibilità ai servizi sanitari per le comunità rurali o montane.

Carenza di personale e collaborazione pubblico-privato

Piano regionale:

Razionalizzazione dei reparti e partnership con strutture private per ottimizzare i costi.

Criticità: carenza cronica di medici e infermieri, non affrontata in modo strutturale.

Proposte per un Rilancio Efficace
Ottimizzazione dei fondi e trasparenza

Audit indipendente: Verifica sull’uso dei 70 milioni di euro aggiuntivi e sui fondi COVID-19, con sanzioni per gestioni opache.

Piano triennale: Allocare risorse prioritarie a terapie intensive, pronto soccorso e formazione del personale.

Coinvolgimento dei territori

Tavoli partecipativi: Coinvolgere sindaci, medici di base e cittadini nella ridefinizione della rete ospedaliera.

Garantire servizi essenziali: Mantenere punti nascita e reparti di emergenza in aree periferiche, potenziando il trasporto sanitario.

Investimenti nel personale e tecnologia

Assunzioni mirate: Bandi per medici, infermieri e tecnici specializzati, con incentivi per chi opera in zone disagiate.

Telemedicina: Implementare servizi di consulto a distanza per ridurre il carico sugli ospedali.

Collaborazione pubblico-privato

Accordi chiari: Definire standard di qualità per le strutture private coinvolte, evitando privatizzazioni selvagge.

Monitoraggio continuo: Creare un osservatorio regionale per valutare l’impatto delle partnership sulla qualità dei servizi.

Conclusione
La riforma della rete ospedaliera siciliana rischia di fallire se non si interviene su:

Trasparenza nella gestione dei fondi;

Ascolto delle comunità locali;

Investimenti nel personale e nell’innovazione.
Un approccio inclusivo e pragmatico, ispirato a modelli virtuosi come quello della Lombardia o della Germania, potrebbe trasformare la crisi in un’opportunità per una sanità più equa ed efficiente.

Di Remo12

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