Quello che finora è stato definito “DM 71” per continuità con il DM 70 che riguarda l’ospedale ora ha un nome: è il DM 77/2022, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.144 del 22 giugno 2022, dopo la delibera del 21 aprile 2022 (pubblicata a maggio) del Consiglio dei ministri con cui superando la mancata intesa sul provvedimento in Stato Regioni si è dato il via al nuovo modello di organizzazione territoriale.
Si tratta di dare corpo a una serie di interventi per potenziare finalmente l’assistenza socio sanitaria territoriale, la cui debolezza, da tempo denunciata di fronte al dilagare di “un’altra epidemia”, quella delle malattie croniche e della non autosufficienza, è stata causa di tanti problemi e di sofferenze anche durante l’emergenza pandemica.
Proprio sull’applicazione della riforma, che ora tocca alle regioni realizzare, incombe il rischio dell’autonomia differenziata che, soprattutto per sociale e sanità, aggraverebbe i divari esistenti tra i diversi territori del nostro Paese. E mentre ingenti risorse sono destinate a investimenti per costruire strutture e acquistare attrezzature, incombe anche il pericolo di un sottofinanziamento corrente per sanità e sociale, che impedisce di assumere e valorizzare il personale necessario a dare vita alla riforma stessa e a invertire la grave crisi che attraversa il SSN e i servizi sociali.
Il CIS rappresenta uno degli strumenti di programmazione identificato dalla normativa nazionale per la Missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza – PNRR (art. 56 del Decreto Legge 31 maggio 2021 n. 77). Tutti i 21 CIS previsti sono stati sottoscritti dal Ministero della Salute e dalle Regioni e Province Autonome a fine maggio 2022.
Tuttavia sembra che la Missione 6 possa creare opere incompiute e cattedrali nel deserto cioe’ prive di personale.
Inoltre come ben evidenziato da OpePolis la nuova riforma del PNNR:
- Con la riforma della governance tutti i soggetti attuatori possono modificare l’organizzazione interna responsabile delle misure del Pnrr.
- Rivedere l’organizzazione prelude, almeno teoricamente, a un cambio di dirigenti rischiando di alimentare un clima di incertezza nell’apparato burocratico.
- Cambiamenti di questo tipo rischiano di produrre ritardi. Una dinamica che si è già verificata con la prima istituzione della governance del Pnrr.
- Da un punto di vista pratico la riorganizzazione deve ancora iniziare.